20 giugno 2012

Anelli al dito

Quella sensazione che ho la sera, che i miei tre anelli mi stringano, è vera. 
Ieri sera me li sono levati, con fatica. Ero stanca di piccole circonferenze che mi legavano. Allora li ho presi ed appoggiati sul tavolo della cucina, vicino ad altri oggetti. Mi fa sempre specie quando vedo mani dense di anelli. Quanti possono stare bene assieme? Come le persone credo io.

Esiste un solo anello che può andare bene per sempre, ed è quello giusto, quello della tua misura. Quello che brilla e che non annerisce.


Il caffè sta salendo, la brioche è finita. La giornata è iniziata.
mano|ossa|disequilibri



I marsh mellows ostruiscono le arterie

In Emilia, dopo il terremoto, non si dorme. Si sta svegli ad aspettare il giorno, la luce, quell'atmosfera di coscienza che ti fa sentire più al sicuro e che, nel caso limite, ti permetterebbe di essere vigile.
La sera del terremoto io (Bè) dormivo ed ho fatto la conoscenza di qualcosa di cui avevo solo e sempre sentito solo parlare. Devo dire che non è stato un piacere e che le novità, in tal senso, non mi piacciono. Preferisco l'inconsapevolezza.
Berti anche dormiva, scambiando la scossa per mosse tumultuose delle compagne di appartamento.

D'altronde la gioventù fa anche questo: far scambiare qualcosa per qualcosa d'altro.

il corpo umano


19 giugno 2012

Accessori per una prima colazione di giugno

Quando avevo conosciuto Berti erano decisamente altri tempi. Non esattamente di spensieratezza, ma di grande, quasi enorme, sintonia con il mondo e le sue abitanti.
Caschi (plurale di casco tipo Nava delle vecchie Suzuki) per la vita non me ne servivano allora, anche se lei li disegnava già.
All' epoca desideravo una Vespa, di quelle vere, col fanale tondo, di qualsiasi colore, che andasse veloce e mi facesse dimenticare dei dettagli non irrilevanti.
Che la Vespa fosse femmina pure essa, probabile non fosse un caso, ma un disappunto del destino, che sempre davanti a donne mi mette.
Il destino, quel ladro mangiatore di favole, ve la racconterà in lunga ed in larga, ma sarà sempre in un modo solo: la felicità per trovarla dovrete faticare, assai, e non basteranno caschetti salvavita in testa, nè andar veloce e rincorrerla, in qua ed in là. Mettetevelo da un'altra parte (il caschetto). No, non sul cuore, era troppo scontato, mettetevelo sullo stomaco, perchè a digerire certe cose, nella vita, si fa fatica.
casco|occhialetti|texture




































Occhi neri e ragni bianchi dentro una tazza

Quando ci si distrae, capita di perdere delle cose, anche molto importanti.

E' come quando vedi un ragno in casa e fai cadere qualcosa che ti piace tanto, ma proprio tanto, perchè il ragno ti ha colto di sorpresa e la sua forma ed il suo colore proprio non ci stavano; nè in quel momento, nè in quel modo.
E' così anche con le persone, solo che in questo caso non sei tu a perderle, sono spesso loro che non si fanno trovare. In questo specifico caso io (Bè) non sono nè come il ragno, nè come chi vede il ragno: sono quell'oggetto che cade e si frantuma. Mi capita di sentirmi così di frequente e quando sto così, sogni ed immaginazione non bastano.  E nemmeno le fotografie.
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Le immagini nella mente

Disegnare rappresenta una delle forme di espressione maggiormente comune. Come altre del resto ma forse, meno note. La fotografia con il disegno, sono tra le comunioni possibili ed ammissibili, perchè assieme non si fanno male. Non cozzano l'una nei bordi dell'altra, anzi, si colmano. 
Ogni giorno cercando di non cadere nelle trappole delle immagini comuni, che tanto desiderano essere riprodotte, Disegno e Fotografia fanno molto per noi due, sia per la nostra immaginazione, sia per il nostro tentativo di eliminare fantasmi e mostri insiti in noi, usando quello che di loro ci resta. 
Ci capita di fare sogni, di avere desideri difficili (altrimenti non sarebbero tali) e di vederli trasformati in una fantasia palpabile, grazie alla nostra fervida mente. 
Mentre Berti disegna, io (Bè) immagino di fare fotografie in giro, come un tempo, fotografie che non escono perchè, se non manca l'ispirazione, esistono fin troppe immagini campione e noi, non vogliamo riprodurre, vogliamo creare. Quale miglior prova dell'esistenza quella di fare? Inventare cose che solo noi possiamo far nascere? E, mentre lei disegna, io immagino. Mentre io immagino lei parla, poco, perchè di parole non c'è sempre bisogno, ma talvolta, anche sì.

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